Un trucco “pesante” a proteggere gli occhi ed un rossetto quasi viola, aggressivo, sfrontato. Indossati sopra il pigiama che è stato l’abbigliamento della mia adolescenza: chiusa in camera. Ed in me stessa. ​​​​​​​
In camera piangevo da sola, per non essere sentita, per la vergogna, perché mi sentivo in colpa per quelle cose brutte. Per quelle immagini che volevo dimenticare. Che volevo non esistessero nemmeno da ricordare. Avevo 6 anni ed ero ancora in Brasile, con una mamma forte che ha avuto il coraggio di andarsene. A 9 anni sono venuta in Italia, per cominciare e pensavo che le brutte situazioni sarebbero finite perché avevo una mamma forte a difendermi.
Purtroppo mi sono dimenticata che mia mamma lavorava e non aveva tempo per le mie sciagure. Sono rimasta sola per tutta la mia adolescenza. Ho cercato di togliermi la vita, odiavo il mio copro, lo punivo.
Ero triste.
Lasciata sola in un mondo di bullismo, violenza e razzismo. Mi hanno violata altre due volte durante la mia adolescenza. Pensavo fosse colpa mia e ricascavo sempre nel mio loop di depressione, alcol e droghe.
Ho trovato la luce nel 2020, dopo troppo tempo di dolore, di autodistruzione. L’ho trovata in me stessa. E la mia splendida mamma mi ha sostenuta, quindi… La psicoterapia.
All'inizio è stato difficile accettare quello che mi aveva travolto e mi segnava dentro, ma adesso sono grata a tutti quelli che hanno voluto farmi stare meglio. 
Adesso so che no, io non ho colpa: io voglio essere libera di innamorarmi come tutte le ragazze della mia età, di studiare, di laurearmi, di mettere una gonna corta senza che sia colpa del mio corpo, perché io sono libera di essere me stessa. E non voglio più mettere quel pigiama.
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