Alteria è donna. È mamma. È rock.
Inizialmente conoscevo solo la rockstar, poi, ho incontrato la donna, la mamma e la rockstar, i quest’ordine, tre sfumature nello stesso groviglio di capelli rossi, vivi come le fiamme di un fuoco che si legge nei suoi occhi e si ascolta nelle sue canzoni. Quindi, no: il suo “non me ne frega un cazzo” non è disinteresse: non potrebbe, non vuole.
Alteria ha scoperto, o si è riscoperta dolce e … non te lo aspetti. Per una sorta di pregiudizio non immagini (lei è una rockstar!) che la prima telefonata cui risponderà sarà quella di sua figlia. E lei vuole essere prima di tutto una mamma (e un’amica). E lei, Stefania, non recita una parte. Mai. Nemmeno quando scrive, quando canta, quando suona la sua musica -piaccia o non piaccia- e la sua libertà è talmente forte che quando sale sul palco, non è una “femmina” che canta: è una rockstar!
Sarà un caso (?), ma appena la incontro lei è Rosso e Nero. Il rosso dei suoi capelli e il nero del suo abbigliamento rock e, forse, anche quello che c’è come sfondo ai testi del suo ultimo disco (“Apnea”, “Senso oposto”…) senza veli, senza maschere.
Alteria è coerenza. Prima di tutto con se stessa e con le persone e cose che ama: quindi libera di essere quello che si sente di essere. Quello che vuole essere.
Libera di essere.
Di salire sulla sua moto, di prendere la sua chitarra, di urlare tutto il suo amore su un palco. Di abbracciare sua figlia.